A volte la poesia si manifesta
dove non te l’aspetti. Ieri, guardando la partita della Roma e poi l’addio di
Totti, mi sono commossa e non riuscivo a capire perché; poi l’ho capito. Mi
sono commossa perché trovo che ci sia stata una certa componente di poesia.
La poesia non è solo quella che
leggiamo tra le pagine ingiallite di un libro. La poesia certe volte è nell’aria,
nella vita. E io penso che, in un mondo di mercenari, un uomo che è rimasto
fedele alla stessa squadra per 25 anni, così come si può restare fedeli agli
ideali o ai propri sogni, sia poetico. Il calcio non mi interessa granché,
anche se sono una moderata tifosa romanista, ma mi interessano molto le persone,
con le loro storie, soprattutto quelle poetiche. E trovo che la storia di Totti
lo sia. Avrebbe potuto cedere alla lusinga di squadre molto più blasonate, dove
avrebbe potuto innalzare molte più coppe e vantare molti più scudetti. Ma ha
preferito restare sempre “a casa” e di quella casa è diventato il simbolo.