Oggi faccio outing: allatto ancora al seno una bambina di 19 mesi. No, non sono una sostenitrice dell’allattamento a oltranza. Semplicemente, non so come smettere. Secondo i miei progetti avrei dovuto allattare fino a 12, massimo 15 mesi, e invece siamo quasi a 20. Sìsì, lo so, qualcuna mi dirà:
tranquilla, non conosco ragazzi di 18 anni allattati al seno, quindi prima o poi smettono da soli. Io, però, conosco bambini di 4 anni che ancora vogliono poppare e non voglio che sia questo il nostro destino. Sì, nostro, mio e di mia figlia, perché ormai credo che non sia troppo un bene nemmeno per lei. Credo che fino a 12 mesi l’allattamento al seno sia il regalo più bello che una madre può fare al proprio bambino, e spesso anche a se stessa, ma adesso figlia professionista ha bisogno di abituarsi a dormire senza sentire la necessità di avere la tetta della mamma a disposizione, ha bisogno di imparare a consolarsi in un modo diverso, insomma ha bisogno di altro. E però la tetta le piace veramente tanto: è la sua merenda preferita, il suo sonnifero, il suo calmante, l’unico alimento e l’unica bevanda che accetta quando non si sente molto bene.
Ho la prolattina a palla, sono stanchissima e sempre più nervosa, ma non trovo una soluzione. Non credo nell’autosvezzamento. Cioè, è evidente che prima o poi smettono, ma vorrei non arrivare oltre i 2 anni. Ci ho pure provato. Ho provato con la dialettica, che in tutte le cose è da sempre il mio metodo preferito, ma se provo a dirle
Amore, non è più il caso di ciucciare, sei una bambina grande ormai. I bambini grandi non bevono il latte della mamma, bevono quella della mucca, e nel latte della mucca ci possiamo mettere pure il cacao, che ti piace tanto, e ci puoi inzuppare i biscotti, quelli buoni buoni.Mi risponde
Latte mamma buono. Latte mucca piace no.E io non resisto e cedo. Cedo e anche se mi sono ripromessa di non darglielo più la lascio mammare, almeno un po’... E poi ancora un po’, e un altro pochino... fino allo sfinimento. Mio.
Qualche volta ho provato a non cedere, e a continuare con la dialettica, con il risultato di urla disperate, fiumi di lacrime, insonnia a gogò e notti trascorse sul divano a guardare i Teletubbies.
Ho poi provato con un metodo un tantino più brutale. E un po’ me ne vergogno. Ma me lo aveva consigliato persino il pediatra, quindi mi sono detta
non le farà male. Mi riferisco al metodo infallibile del miele e sale, che però con noi ha fallito e ci è costato moltissimo in termini di stress, sensi di colpa (miei ovviamente), vari ed eventuali altri sentimenti negativi. Insomma, dopo due giorni di sofferenza reciproca, figlia professionista è tornata alla carica, e nemmeno il disgusto di quel sapore l’ha fermata. Ma forse è colpa mia, forse non sono stata sufficientemente determinata.
Di metodi me sono stati consigliati altri, che dividerei in tre categorie: del disgusto, dello schifo, e del’incarcerazione del capezzolo. Del metodo del disgusto, oltre a quello infallibile del miele e sale (che pare essere il più infallibile in assoluto, oltre che il meno schifoso) fanno parte il metodo dell’aceto e quello del peperoncino (che mi fa inorridire al solo pensiero); il metodo dello schifo consiste nello sporcare il seno con qualcosa, per esempio con una matita per il trucco; mentre il metodo dell’incarcerazione del capezzolo prevede che vi si applichino dei cerotti.
Vi prego, se qualcuna ha avuto la pazienza di leggermi fino in fondo, e ha un esperienza simile, può consigliarmi un metodo alternativo? Voi, come avete fatto? E poi vi prego, ditemi che non sono l’unica mamma incapace di dis-allattare.
Infine, a tutte le mamme che hanno allattato oltre i 4 anni, a quelle che hanno usato i metodi di dis-allattamento che ho elencato, dico che voi avete fatto bene così, perché sentivate che era giusto. Le riflessioni fatte in questo post valgono solo per me. Perché di una cosa sono convinta: ogni mamma ha il sacrosanto diritto di decidere se e per quanto tempo allattare al seno i propri figli e di stabilire il metodo migliore per smettere.