venerdì 11 dicembre 2009

Caro Babbo Natale, vorrei una bambola che non sappia fare niente

Da qualche giorno sono in giro per negozi a cercare una bella strenna di Natale per Ludovica. All’inizio avevo pensato a Cicciobello. Forse perché ho ancora nostalgia del mio che fece una brutta fine. Mia nonna, maniaca della pulizia, un giorno lo smontò tutto e lo mise in lavatrice. Non ci fu più verso di dargli sembianze bambolesche e a nessuno venne in mente di comprarmene un altro. Mi sono chiesta spesso: era proprio necessario smontarlo? Non si poteva mettere in lavatrice tutto intero? Forse si sarebbe salvato.

E così, alla ricerca di un cicciobello qualsiasi, mi sono avventurata per negozi di giocattoli e centri commerciali. Ho trovato di tutto: bambole e bambolotti che mangiano e bevono, si ammalano e guariscono, gattonano, camminano, cantano, ballano, piangono, sognano (no, forse quello no), bambole allattate al seno (giuro che esistono), bambole che fanno pipì e persino popò.

Ma dove vendono le bambole normali? Quelle che non fanno niente. Avrei voluto trovarne una con la faccia simpatica, qualche lentiggine e le trecce di lana; un vestito carino e svolazzante, magari fucsia o rosso, il corpo di pezza e le guance rosee. Una bambola con cui Ludovica possa giocare inventandosi le situazioni di volta in volta, senza essere condizionata dall’intraprendenza della pupazza. Perché il protagonista deve essere il bambino, non il giocattolo. Altrimenti dove va a finire la fantasia?

Alla fine, per la cronaca, ho rinuciato alla bambola e ho comprato un’enorme confezione di costruzioni. È bella la parola co-stru-zio-ne.

martedì 1 dicembre 2009

Quand’è che si forma il gusto per l’abbigliamento?

Da circa una decina di giorni, figlia professionista vuole indossare solo abbigliamento di colore rosso e fucsia, con qualche incursione nel rosa. Tutto il resto, semplicemente, lo schifa. Di recente, inoltre, le è sbocciata una grande e incontenibile passione per le gonnelline svolazzanti.

Onestamente non pensavo che una ventunomesenne avesse un gusto per l’abbigliamento così ben definito. Mi illudevo che avrei cominciato ad avere questo tipo di “problema” non prima dei dieci anni.