lunedì 29 novembre 2010

Bambini che non dormono: vademecum di una mamma “disperata”

Immagine di pubblico dominio da Pixabay
È matematico: se un bambino non dorme non dormirà nemmeno la sua mamma e spesso neanche il suo papà. Un figlio che fa fatica a dormire è un problema - grosso - per tutta la famiglia.
Mia figlia, durante i primi due anni della sua vita, non ha mai dormito una notte intera. Si è sempre svegliata ogni due o tre ore, qualche volta riaddormentandosi subito, altre tenendomi sveglia gran parte della notte. Soprattutto all'inizio ero molto preoccupata, tanto che mi sono rivolta al pediatra:
- Dottore, perché mia figlia non dorme?
- Ci sono bambini che hanno bisogno di dormire moltissimo, altri che dormono poco. L’importante è controllare che la bambina sia vivace e che abbia uno sviluppo nella norma. Può stare tranquilla, sua figlia sta bene.

lunedì 22 novembre 2010

Con calma

Ci sono giorni in cui bisogna prendersela con calma. Anche se è lunedì, sei una mamma che lavora, hai appena rifiutato un progetto commettendo forse un grosso errore di valutazione e hai altri due progetti a cui lavorare sodo. Anche se la tua casa è in disordine e forse lo è un po’ anche la tua vita. Anche se non c’è mai tempo, non c’è mai tregua, non c’è mai pausa.
Ci sono giorni in cui bisogna prendersela con calma per darsi la possibilità di riflettere.
Oggi è uno dei quei giorni. Oggi, tra un file aperto, qualche e-mail a cui rispondere, un capitolo da riscrivere e tutto il resto io ... faccio il punto della situazione.

giovedì 18 novembre 2010

Lista della spesa duenne

Figlia professionista sfoglia uno degli innumerevoli volantini che pubblicizzano giocattoli a prezzi scontati e che troviamo ormai quotidinamente nella cassetta della posta.
Questo, però, ha più pagine di tutti gli altri arrivati prima e cattura maggiormente la sua attenzione. La vedo molto concentrata e la osservo fare strani segni sui fogli con una delle sue matite colorate.

- Tesoro, che stai facendo?

Mi guarda con aria molto seria e risponde:

- La lista della spesa, mamma!

venerdì 12 novembre 2010

Mamma e freelance: tempo libero

Alle mamme freelance, qualche volta, può capitare una mattina come questa: la bimba è al nido, il papà è al lavoro e farà tardi (alias non devo nemmeno cucinare: mi ammazzo di cioccolato e lo considero un pranzo), nella casella di posta elettronica non ci sono e-mail di lavoro, l’articolo per lunedì è già stato scritto e spedito al committente, la traduzione per stamattina è stata consegnata ieri sera dopo un pomeriggio di lavoro matto e disperatissimo, la casa è più o meno in ordine, il frigorifero è pieno…

E adesso che faccio?

Tempo libero!

Tempo per leggere un bel romanzo, per rifarmi il trucco, per cazzeggiare e per chiacchierare al telefono …

Io non ci sono più abituata ad avere del tempo libero… Che bella sensazione!

giovedì 11 novembre 2010

Un problema terribile

Ore 17.30, apprendista mamma compila la lista della spesa, mentre figlia professionista visita, con il suo fonendoscopio giocattolo, pupe e peluche. In particolare, visita Bambolotto, la bambola che si ammala, tossisce, piange quando gli si fa la puntura, infine guarisce e si fa una risata …

- Mammaaaaaaaaaaaa!
- Che c’è?
- C’è un problema terribile.
- Cos’è successo?
- Vieni mammaaaaaa! Vieni a vedereeeeeeeee! Bambolotto non si ammala più!

Apprendista mamma aggiunge alla lista delle spesa: pile per far ammalare Bambolotto…
Questi “problemi terribili” vanno risolti subito

mercoledì 10 novembre 2010

La scatola vuota e la sensibilità duenne

Ore 19,00, stiamo per metterci a tavola per cenare (sì: perché noi ceniamo prestissimo), quando suonano al citofono.
È il corriere (ma fino a che ora fanno le consegne i corrieri?!) che mi porta – evviva! – i cosmetici minerali che ho comprato on line (sì: lo so, è grave, ormai uso il web pure per acquistare prodotti per il mio make-up).

Scendo le scale, prendo il pacco, lo apro e nascondo nella libreria del mio studio la trousse con tutti i miei nuovissimi cosmetici, con l’entusiasmo di una bambina. Non voglio che figlia professionista li veda, perché so che li prenderebbe tutti e che li userebbe per imbrattare Bambolina e Bambolotto, oltre che se stessa.
Torno dunque in cucina.

- Mamma, chi era?
- Un signore che portava un pacco
- E dov’è il pacco?

Corre nello studio, trova il pacco vuoto e pensa che sia arrivato così, senza niente dentro … Lo prende, va velocissima verso la sua cameretta e la sento trafficare.

- Tesoro, vieni a mangiare. Che fai?
Le dice apprendista papà dalla cucina.

A quel punto, lei, con la scatola tra le mani, tutta seria, va verso il papà ed esclama:
- Papà, metto tutti i miei colori nella scatola e poi la porto alla mamma, così non la vede vuota…

Mi è venuta una gran voglia di piangere e di consegnarle tutti i miei cosmetici. Che li usi pure per fare il make-up alle bambole. Non me ne importa più…

lunedì 8 novembre 2010

L'entusiasmo duenne e la pasta frolla al cioccolato

Ore 7.00 del mattino di un giorno qualunque

- Mammaaaaa, sono svegliaaaaaaaaaaa
- Sì: arrivo
- Mamma, facciamo i biscotti con le forme?
- Tesoro, magari li facciamo nel pomeriggio. Adesso ci alziamo, facciamo colazione, ci prepariamo e andiamo all’asilo.
- Ma io voglio i biscotti con le forme!
- Ti prometto che prima di mettermi a lavorare, stamattina, vado a comprare tutti gli ingredienti e poi, quando torni dall’asilo, li facciamo. Va bene?
- Evvivaaaaaaaaaaa! Sììììììììììììììììììììì! Evvivaaaaaaaaaaaaa!

Ore 14.00, dello stesso giorno qualunque

Figlia professionista varca la soglia della casa accompagnata dal papà.

- Ciao, amore, che hai fatto oggi all’asilo?
- Te lo dico dopo. Hai comprato gli ingredienti per i biscotti con le forme?

Ecco, sapevo che mi sarebbe toccato farli subito, i biscotti con le “forme”. Ma dove lo prendono i bambini tutto quest’entusiasmo? E soprattutto, perché non sanno aspettare?

Comunque … non ho voglia di filosofeggiare, piuttosto condivido la mia ricetta dei biscotti con le “forme” - ultima ossessione di figlia professionista - ovvero della mia pasta frolla al cioccolato.

Ingredienti
300 grammi di farina 00
100 grammi di zucchero
40 grammi di cacao zuccherato
150 grammi di burro
1 uovo
1 pizzico di sale

Procedimento
Io, per preparare la pasta frolla, faccio così: mischio prima tutti gli ingredienti secchi, poi faccio come una piccola montagnetta con un buco al centro, in cui metto l’uovo. Taglio il burro (freddo di frigo) a dadini e lo metto sul bordo della montagnetta. Impasto il tutto partendo dal centro, quindi dall’uovo, prima con una forchetta e poi con le mani. Quando ho ottenuto una bella palla di pasta frolla (dopo pochissimi minuti), la lascio in frigo per mezz’ora. Infine stendo la pasta con il matterello e taglio i biscotti con tante formine diverse, facendomi ovviamente aiutare da figlia professionista. Per stendere la pasta senza usare troppa farina (che la renderebbe meno "frolla") ho un trucco: la metto tra due fogli di carta da forno e ci passo sopra il matterello. In questo modo non si appiccica né al tagliere né al matterello e si stende facilmente...

Cottura
Cuocere in forno a 180 gradi per 7/8 minuti. Il tempo di cottura dipende, ovviamente, dallo spessore che avrete dato ai biscotti. I miei sono non troppo sottili, né troppo spessi.



E voi, come la fate la pasta frolla al cioccolato?

giovedì 4 novembre 2010

Ho allattato mia figlia fino a due anni: perché non lo rifarei

La questione dell’allattamento al seno è stata per me una nota dolente per molto tempo; adesso, però, mi sento pronta per riparlarne, e pronta anche per affrontare le eventuali critiche che mi saranno mosse per questo mio pensiero.

Ho voluto fortemente allattare mia figlia. E per questo ho lottato contro le ragadi, contro la scarsa produzione dei primi tempi e contro la mastite. Sono stata testarda, volitiva, instancabile e alla fine ho vinto. Fino a 6 mesi mia figlia si è nutrita esclusivamente del mio latte. Nient'altro, nemmeno una tisana. Non ha mai preso neanche il ciuccio: all’inizio perché mi avevano detto che avrebbe potuto influire negativamente con l’allattamento al seno, poi perché non l’ha voluto.
A sei mesi abbiamo introdotto le prime pappe, con successo: mia figlia ha sempre accettato tutti i cibi. A 12 mesi, quando finalmente il pediatra mi aveva detto di inserire il latte vaccino, siamo passate direttamente dalla tetta alla tazza. A quel punto, secondo i miei progetti, avrei dovuto smettere di allattare: avevo raggiunto il mio obiettivo. Ma non è stato così.
I 12 mesi sono diventati 15, i 15 18, i 18 22 e poi 24. A quel punto ero esausta: la bambina mi stava attaccata tutta la notte e di giorno mi spogliava in qualsiasi luogo perché voleva ciucciare. Volevo smettere, ma non sapevo come fare.
Tutti ti dicono come favorire l’allattamento, ma nessuno ti spiega come ti devi comportare quando decidi che è ora di basta. E così, in prossimità del secondo compleanno di mia figlia, ho deciso di cogliere la palla al balzo per spiegarle che era ormai grande e che i bambini quando compiono due anni non ciucciano più al seno della propria mamma. Mi sono imposta e nell’arco di una settimana abbiamo smesso, ma è stato difficilissimo. Mia figlia è stata nervosa per oltre un mese e triste. Sì: triste; molto. Si faceva coraggio e mi diceva di essere grande, ma si vedeva che stava male. E stavo male anch’io. Dopo una settimana sembrava che tutto andasse bene, ma in realtà c'è voluto più di un mese per raggiungere una vera serenità.
Nel nostro caso era diventata una dipendenza. Nel nostro caso mia figlia si svegliava continuamente per ciucciare, mentre appena abbiamo smesso ha cominciato a dormire tutta la notte. Ecco perché non lo rifarerei.

No: non voglio dire che se avessi un altro figlio non lo allatterei al seno. Lo allatterei perché sono consapevole dei benefici per il bambino e anche per la mamma. Gestirei, però, la cosa in maniera diversa: meno radicale, e non andrei avanti oltre gli 8/10 mesi.

Questa però è solo la mia esperienza. E, come ho detto e ribadito tutte le volte che ho parlato di quest'argomento, ogni mamma sa cos'è giusto per se stessa e per il proprio bambino. In fatto di allattamento al seno non si può proprio generalizzare.