Caro Ferzan,
che non leggerai mai questa lettera, ma non importa, Mine vaganti è meraviglioso. Grazie. Credo sia uno dei tuoi film più riusciti, l’altro, secondo me, è Le fate ignoranti.
Non ti nascondo che all’inizio, dopo la prima scena corale, ero un tantino irritata perché, come al solito, in un film ambientato a Lecce si sentivano tutti gli accenti del Sud, meno quello leccese. Poi, però, la storia mi ha presa talmente tanto che non ho più fatto caso agli accenti e in fondo, alla fine, mi sono resa conto che anche su questa questione te la sei cavata egregiamente.
È bello il tuo film. Divertente ed emozionante al tempo stesso. La figura della nonna mina vangante è di una bellezza che lascia senza parole. Le battute finali, poi, che non descrivo per non rovinare la sorpresa a chi passerà da questo blog prima di aver visto il film, sono talmente emozionanti da far venire le lacrime agli occhi. No, non per la tristezza. Non ci ho trovato niente di triste. Per la bellezza. Perché, sai, la bellezza mi emoziona sempre.
E poi il Salento, terra che amo perché mi sento un po’ sua figlia adottiva, l’hai descritto veramente bene. Qui si vive proprio così, tra un pettegolezzo, il pregiudizio, l’aperitivo nel bar alla moda, la convivialità, l’attenzione a “quello che dice la gente”, il mare, l’allegria, il sole. Forse si vive così anche in altri posti, solo che io non lo so.
Mine vaganti è meraviglioso. E va bene, mi ripeto, ma è da quando sono uscita dal cinema che ci penso. E non capita spesso di sentirsi incollato addosso un film per giorni. È una bella sensazione. E allora grazie. Ancora.
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