lunedì 11 ottobre 2010

Intervista e prova prodotto

Qualche giorno fa sono stata contattata per un’intervista e per una prova prodotto. Il prodotto? Caramelle! Da quando ho aperto questo blog, non è la prima volta che qualcuno cerca di coinvolgermi, in qualche modo, in una campagna di marketing. È però la prima volta che accetto.
Ho accettato l’intervista perché mi è stata proposta bussando con molta educazione alla mia casella di posta elettronica e perché mi sono divertita a rispondere. Non ho resistito alla prova prodotto perché sono una golosa e poi perché -diciamola tutta - sono stati fortunati a beccare una come me che, a causa dei suoi noti e improvvisi cali di zucchero, non gira mai senza un pacchetto di caramelle nella borsa.
Venerdì mattina, poi, è arrivato il prodotto da provare. È stato un bel momento. 6 profumatissimi e coloratissimi pacchetti rinchiusi in un sacco di juta. Sulla confezione c'era scritto, a mano, con un pennarello nero: “maneggiare con naturalezza”. Il ragazzo del DHL, che mi conosce perché viene qua più o meno una volta a settimana a portarmi i libri che ordino on line, sorridendo sotto i baffi mi ha detto:
- Signora, mi deve spiegare che vuole dire "maneggiare con naturalezza". Ci ho provato, ma ... non credo di esserci riuscito.
Ho molto riso.
Ho trovato simpatico il modo in cui mi sono state proposte queste caramelle, innanzitutto perché è bello quando un’azienda viene a trovarti a casa, scrive a mano un messaggio sulla confezione (che fa molto confidenziale) e si rivolge a te, mamma e adulta, e non a tua figlia di due anni. L’ho trovato simpatico anche se la mia idea di naturalezza è un po’ diversa da quella proposta dall’azienda in questione.
Mi ha fatto piacere essere coinvolta e dopo aver provato il prodotto, vale a dire le caramelle, sono stata ancora più contenta di avere accettato. Sono una che legge le etichette – sempre - e considerato che si tratta di una caramella, e quindi di un dolciume confezionato, devo dire che l'etichetta parlava di qualità. E poi la campagna di marketing, a mio parere è condotta veramente bene, perché oltre a promuovere, informa. E a me piace essere informata su ciò che consumo. Un esempio? esiste un sito promozionale, e con mia piacevolissima sorpresa vi ho trovato un glossario in cui sono illustrati tutti gli ingredienti delle mie caramelle. Sì: perché sono già diventate le mie caramelle preferite (anche se, non me ne vogliano i produttori, per il momento le mangio solo io: mia figlia, per come la penso, è ancora troppo piccola per questo genere di dolciumi).

E adesso eccovi l'intervista, perché credo offra qualche interessante spunto di riflessione.

1 - Qual è il momento più gustoso nella tua giornata tipo?
Quello in cui ho appena messo a letto la bimba e posso sorseggiare un bicchiere di buon vino o mangiare un gelato, comodamente seduta sul divano con mio marito, e ascoltando un bel CD di Vinicio Capossela.

2 - Cosa significa per te avere uno stile di vita naturale?
Non credo di avere uno stile di vita molto naturale. Penso che nella società occidentale vivere in maniera "naturale" sia pressoché impossibile. È una favola che ci raccontano i bravi organizzatori di campagne di marketing e io non ho mai creduto molto nelle favole. In ogni caso "naturale" non è sinonimo di "salutare", anche se spesso si fa confusione tra questi due termini.

3. L'Europa ha reso obbligatorio l'avviso sulle etichette dei prodotti con coloranti non naturali (E 102, E104, E 110, E 122, E124,E129 e il conservante E 211) che indica la loro influenza negativa sull'attenzione dei bambini. Pensi che si stia facendo abbastanza per tutelare la salute dei più piccoli?
Assolutamente no. I bambini sono costantemente bombardati da una pubblicità che da un lato li invita a mangiare gli alimenti più insani e dall'altra gli propone modelli belli, magri e in salute. I messaggi che ricevono sono contrastanti; è come se si dicesse loro: devi essere bello, magro e scattante, ma puoi mangiare merendine piene di grassi, bere bibite gassate e rimpilzarti di zuccheri. Certo rendere obbligatorio l'avviso che i coloranti artificiali influiscono negativamente sull'attenzione è un passo avanti nella tutela della salute dei più piccoli, ma non è tutto. Il deficit di attenzione non è l'unico problema a cui vanno incontro i bambini che mangiano "schifezze". Ieri mia figlia di due anni e mezzo mi ha chiesto la merenda con le macchie. Hai presente qual è? Eravamo al supermercato ed è riuscita a trovarla. La pubblicità colpisce i propri obiettivi già a questa età. Il mio lavoro di redattrice scientifica mi porta a confrontarmi spesso con questi temi; ultimamente sto partecipando alla realizzazione di un testo che parla di obesità infantile e, studiando l'argomento, mi sono resa conto, una volta di più, di quanto i bambini siano vulnerabili sotto l'aspetto "alimentazione". I coloranti non naturali sono dannosi, è verissimo, ma le merende e i dolciumi che hanno come target i bambini e le loro mamme (quelle cioè che fanno la spesa) contengono un sacco di altri ingredienti tutt'altro che salutari.

4 - La fretta è nemica del gusto e del piacere. Nelle tue giornate riesci a ritagliarti del tempo per assaporare le cose con lentezza?
Ci provo ma no, non posso dire di riuscirci. Qualche volta ... forse...

E voi? Care colleghe mamme blogger, siete mai state coinvolte in una prova prodotto? Come è andata?

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