lunedì 22 febbraio 2010

Due anni

- Amore oggi è il tuo compleanno. Auguri!
- È pronta la torta?
- Sì: è pronta.
- È gialla?
- Sì: è gialla.

Io a due anni non avevo mica le idee così chiare ...

sabato 20 febbraio 2010

Maschi e femmine

- Mamma, lo sai che io sono femminuccia?
- Sì, amore, lo so
- E papà è maschietto
- Sì: certo. E io, amore, cosa sono?
- Tu sei mamma!

Avete capito? Io sono mamma, senza nome e senza sesso. Mamma. E basta.

giovedì 18 febbraio 2010

Mamma e papà

Se apprendista papà dice a figlia professionista:

  • Amore, me lo dai un bacio? Parto. Vado a un congresso. Torno domani, quindi questa sera non ci vediamo.
Lei gli salta in braccio, lo bacia, gli punta l’indice contro e dice:
  • Torna presto però!
Poi si rimette, tranquilla, a costruire il castello di Biancaneve.


Se, invece, apprendista mamma le dice:

  • Amore, vado a fare una doccia. Torno tra cinque minuti. Tu intanto gioca con la zia.
Lei, con sguardo molto più che arrabbiato, comincia a urlare:
  • NOOOOOOOOOOOO. STAI QUA!

Poi, apprendista mamma va a fare la doccia e, per tutto il tempo, che a quel punto dura anche un po’ meno di cinque minuti, sente bussare alla porta e urlare:

  • MAMMAAAAAAA, MAMMAAAAAAAAA, MAAAAAAAMMAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!

martedì 16 febbraio 2010

Giovedì grasso

Giovedì scorso, al nido, c’è stata la festa di Carnevale. I bambini, ovviamente, erano tutti meravigliosi. Anche il personale era mascherato e le educatrici erano stupende nei loro costumi variopinti e, soprattutto, nella loro ironia.

Ma... avete notato che noi adulti quando ci travestiamo scegliamo sempre un costume particolarmente adatto alla nostra personalità? Come se nel travestimento trovassimo la libertà di essere finalmente e pienamente noi stessi.

Io, da bambina, ho sempre sognato un costume da odalisca. Da grande non ve lo dico come mi piacerebbe travestirmi: svelerei troppo di me stessa.

mercoledì 10 febbraio 2010

Misteri misteriosi

-Amore, perché hai imbrattato tutto il castello di costruzioni con i colori a cera?
-Fatto murales
-Eeeeeeeeh????

Non scoprirò mai dove e da chi ha imparato cosa sono i murales.

lunedì 8 febbraio 2010

Festa in maschera

Sabato siamo state alla prima festa in maschera di figlia professionista.

Adoro il Carnevale e adoro il travestimento. Uno dei momenti più divertenti della mia vita è stato quando io e il mio amico GCB abbiamo noleggiato due meravigliosi costumi settecenteschi e ce ne siamo andati a mangiare una pizza a Trastevere (all’epoca vivevo a Roma): gli abiti troppo ingombranti per stare in una Seicento, la faccia stupita della gente quando siamo entrati nel ristorante (eppure eravamo in pieno Carnevale), i gesti abituali resi insoliti dai volumi dei vestiti ... E se adesso mi mettessi a raccontare tutte le mie avventure carnevalesche non la finirei più, quindi meglio metterci un punto.

Che spasso preparare figlia professionista per la festa. Io e mia cognata, nei giorni precedenti all'evento, avevamo tirato fuori dal baule dei travestimenti alcuni costumi (non troppo originali per la verità) per provarglieli con grande divertimento di tutte e tre. Ballerina no, perché il tutù era troppo voluminoso e le avrebbe impedito di muoversi agilmente e di giocare; Biancaneve e Gitana no perché erano almeno un paio di taglie troppo grandi; orsetto nemmeno (anche se era il suo preferito perché “così spavento tutti”), con tutto quel pelo lo trovavo poco adatto a una festa al chiuso; Po dei Teletubbies da escludere per lo stesso motivo: troppo caldo. E così alla fine abbiamo scelto un delizioso costume da Minnie, con tanto di sottogonna in tulle, coda e culottine di raso bianco.

Alla festa, poi, si è divertita moltissimo, e la sera, tornata a casa, voleva andare a letto travestita da Minnie. A me invece era venuta voglia di trasformare la casa nel Mickey Mouse Club House.

Giovedì si replica. Nuova festa, vecchio travestimento.

giovedì 4 febbraio 2010

Catarsi

Questo è un post che ho in testa da giorni, ma poi la bronchite di Ludovica, la gita a casa di mia madre per il suo compleanno, il lavoro, eccetera eccetera, mi hanno impedito di scrivere. Ce l’ho in testa dal giorno in cui siamo andate a ritirare il DVD della recita di Natale al nido. Non pensavo che si potesse realizzare uno spettacolino con bambini dell’età massima di due anni e mezzo, e invece mi sbagliavo. Il punto, però, non è questo. Sono stata travolta dall’entusiasmo con cui Ludovica ha partecipato alla recita, dall’orgoglio con cui ha mostrato il filmato ai nonni e agli zii, dalla gioia che aveva negli occhi ripetendo le canzoncine mentre guardavamo con lei il DVD. Lo so, sono tutte cose scontate ma, ancora una volta, il punto non è questo. Il punto è che se per lei è stata un’esperienza bellissima, per me è stata una catarsi.

Ho sempre odiato il Natale e soprattutto il giorno della recita scolastica. No, non è vero, non sempre, lo odio solo dal Natale dei miei 8 anni. Dal giorno in cui, durante la recita natalizia, qualcuno mi ha detto che i miei genitori non erano presenti perché mio padre era morto. Sì: proprio durante la recita; deve essere stato uno dei miei compagni di classe, non ricordo bene; ho rimosso molto di quei giorni. Di quei giorni in cui la mia infanzia ha smesso di essere un parco giochi per trasformarsi in un percorso verso l’elaborazione del lutto.
Ebbene, adesso, grazie a mia figlia, quel lutto l’ho finalmente elaborato. Ho deciso di farmi travolgere dalla sua contentezza e di guardare al Natale e alla vita con i suoi occhi. Proiettata verso il futuro e non ripiegata sul passato. Voglio pensare a quello che sarà e non piangere più su quello che è stato.

Perché un figlio è anche questo. Una speranza. Un concentrato di entusiasmo. Uno sguardo verso il futuro. La possibilità di leggere la storia della propria vita da un altro punto di vista.