venerdì 3 giugno 2011

Il pesce tarallo (e le ferie in costiera amalfitana)

Siamo stati in vacanza sulla costiera amalfitana. Bé, in realtà, siamo stati anche sulla costiera amalfitana. Ce la siamo presa con comodo e, prima di arrivarci, abbiamo fatto varie tappe. La prima, sabato scorso, a Lecce, per vedere com’era Disney Junior in tour, poi a casa della nonna A. in Basilicata e, infine, ad Amalfi, Positano e Ravello. Viaggiare con una bambina di tre anni è spettacolare. Qualsiasi posto sulla terra diventa il più avventuroso e anche la minima novità è una scoperta degna di un tesoro nascosto.

-         Mamma, ma dove siamo?
-         In albergo
-         Ma scusa, mamma, ci sono solo camere da letto e bagni in questo posto qua?
-         Bè, no, ci sono soprattutto camere da letto e bagni, ma ci sono anche una grande sala dove fare colazione e un salotto.
-         Mamma, ma… come facciamo a fare colazione? Non c’è nemmeno una cucina!
-         C’è una signorina che ce la prepara… Noi ci sediamo a un tavolo, le chiediamo del latte e lei ce lo porta. Vedrai che sarà divertente.
-         Meno male mamma!
E così ti trovi a spiegare gesti ovvi e ad osservare cose che non avresti mai nemmeno intravisto e ti accorgi che, a tre anni, un bambino può avere anche il senso del bello e dell’arte.
-         Che cosa ti è piaciuto di più di questa vacanza?
-         Quella chiesa grande. Quella, mamma, di quel posto nella piazza … Amalfi.
-         Il duomo? Ti è piaciuto il duomo di Amalfi?
-         Sì: mamma, era proprio bellissimo.
Tu, che sei timida e non attacchi mai bottone con nessuno, ti ritrovi a parlare del tempo con una coppia di giapponesi perché tua figlia fa le boccacce alla loro bambina di 18 mesi. E, in barca, per tutto il tragitto tra Amalfi e Positano, usi una lingua che non è la tua e che hai imparato dopo anni di studio, mentre tua figlia, che conosce un unico linguaggio, quello universale della fanciullezza, non fa il minimo sforzo per farsi capire e per giocare divertita con una sua simile proveniente da molto lontano.
Tutto assume un sapore inedito e un nuovo odore, le parole prendono un significato diverso, ogni azione, anche la più banale, diventa un gioco. E così, può succederti di ordinare per pranzo una frittura di anellini di seppia e di arricciare il naso davanti a un piatto il cui contenuto è evidentemente bruciato, mentre tua figlia urla divertita:
- Mamma! Che bello! Lo voglio mangiare pure io il pesce tarallo!

4 commenti:

  1. mi sembra vi siete proprio divertiti!
    prima la panza e poi i nanetti son un ottimo collante sociale, mi par di capire!!
    ben tornata

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  2. Sì: è incredibile, socializzano pure per noi... Io sono veramente molto timida e quella lì attacca bottone con tutti :)

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  3. Ma dai! Anche noi a Positano. Vacanza nano-free per presentare il mio libro a Sorrento e Napoli... ci ho fatto anche un post con foto e racconto :D

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  4. So che sei venuta anche a Lecce da Liberrima, volevo venire a conoscerti di persona, ma quella sera non mi è stato proprio possibile. Uffa!

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