giovedì 29 settembre 2011

L'omino della pioggia e la fantasia

In un raro pomeriggio di pomeriggio di pioggia nel Sud Salento, in auto, a spasso per la città
  •          mamma, ma come fa quello lì a innaffiare tutta la città?
  •         Quello chi?
  •         Mamma, l’omino che c’è sopra le nuvole, quello che annaffia tutto quando piove
  •        cosa?
  •          Sì: mamma, come fa? Che c’ha? Un annaffiatoio gigante?!
Ecco la sua spiegazione al fenomeno atmosferico pioggia… Ma dove la prendono la fantasia i bambini di tre anni e mezzo? Si vende a chili? Perché se si vende a chili io ne voglio almeno dieci, di quella fantasia fresca, pura, senza filtri.

Che poi, L’omino della pioggia esiste, ed è una meravigliosa fiaba di Gianni Rodari; meno male che me sono ricordata e sono andata subito a cercarla in libreria (servirà pure a qualcosa aver trascorso buona parte della propria vita con un libro sotto gli occhi). E così abbiamo scoperto che quel signore che abita sulle nuvole non annaffia la città, fa piovere aprendo i rubinetti delle nuvole. Ma che meravigliosa spiegazione…

lunedì 19 settembre 2011

Un’estate senza lavatrice

Immagine di Ana Yacoby

È stata un’estate piena, lunga e ricca di esperienze. È stata pure un’estate faticosa, complicata e per certi versi anche un po’ nervosa. È stata, infine, un’estate senza lavatrice per tutta una serie di motivazioni che sarebbe troppo lungo spiegare.
Mia madre, al posto mio, avrebbe fatto il bucato a mano e, dal suo punto di vista, avrebbe fatto proprio bene. Io, invece, mi sono limitata a lavare manualmente solo quelle quattro cose di cui proprio non potevo fare a meno. Il resto ho lasciato che si accumulasse vergognosamente in un certo numero di ceste per la biancheria. Insomma, non vedo perché avrei dovuto sprecare il mio tempo a fare il bucato quando potevo andare al mare, leggere un bel libro, passeggiare per i negozi, prendere un aperitivo con tutta la famiglia, guardare il tramonto, portare Ludovica a correre sul lungomare (lei correva e io contemplavo il paesaggio), portare Ludovica a mangiare una granita nella pasticceria sul porto (io mangiavo la granita e lei correva intorno al porto), portare Ludovica a mangiare una pizza nella pizzeria napoletana (io mangiavo la pizza e lei guardava il presepe, che nella pizzeria napoletana c’hanno il presepe tutto l’anno) … Insomma, non mi sembrava il caso di fare il bucato. O no?