lunedì 30 gennaio 2012

Un gioco per imparare a dormire

Immagine di Marc van der Chrijs

I bambini possono imparare a dormire grazie a un gioco? Con noi è andata proprio così: un gioco semplice ci ha aiutati a risolvere quello che per noi era diventato un problema molto serio. Forse è stata solo fortuna o forse i tempi erano maturi. Oppure (e qui viene fuori tutta la mia razionalità) è stato un miracolo. No: in realtà credo semplicemente che sì: è stato un miracolo i tempi erano maturi.


Qualche tempo fa ho scritto un post intitolato Bambini che non dormono: vademecum di una mamma disperata. Adesso invece scrivo un posto sul fatto che mia figlia dorme. E dorme nella sua cameretta. Per fortuna, quindi, le cose sono cambiate.
Quasi sempre si sveglia la notte, almeno una volta, ma poi, di solito, si riaddormenta dopo poco. Abbiamo ottenuto questo risultato creando un rito e poi facendo leva sulla motivazione, quindi non ci siamo inventati niente, abbiamo semplicemente trovato, tra soluzioni già scritte, quella che faceva al caso nostro. Non dico che funziona sempre, solo che ha funzionato con noi. Il rito è semplice; prevede una cena tranquilla con mamma e (quando possibile) papà; qualche chiacchiera; la preparazione dello zainetto; igiene quotidiana e pigiama; una bella fiaba. E il gioco? Ovviamente anche quello è molto semplice.

Il nostro gioco per imparare a dormire
Chi dorme nel proprio letto tutta la notte vince un premio.
Regole del gioco: vince il premio la bambina che si addormenta nel proprio letto e si risveglia nel proprio letto. Le incursioni nel lettone sono proibite. In caso di estrema necessità si può chiamare la mamma. Caso di estrema necessità vuol dire solo: ho finito l’acqua accanto al letto e ho sete, devo andare in bagno, non mi sento bene, ho fatto in incubo troppo brutto che non mi fa più dormire.
Cosa si vince? Una coccarda. Ogni cinque coccarde si ha diritto a un premio a sorpresa (scelto da mamma e papà).

Per totalizzare le prime cinque coccarde ci abbiamo messo più o meno un mese. Per arrivare da 5 a 10 ci sono voluti 5 giorni. Poi siamo andati in vacanza, dimenticandoci delle coccarde e, al ritorno, Ludovica è andata spontaneamente a dormire nel suo letto.

I premi? Sono stati semplici: una confezione di costruzioni ecologiche fatte con amido di mais e coloranti naturali la prima volta; un kit di accessori per creare con la plastilina la seconda volta. Non c’è stata una terza volta.

Da allora sono passati diversi mesi. Ha imparato a gestire le “emergenze” notturne, nel senso che mi chiama solo quando veramente ne ha bisogno. Capita, qualche volta, che mi chiami tre o quattro volte nella stessa notte o che piombi nel nostro letto “perché ho molta paura, mamma, non posso dormire da sola”, ma è raro e va bene così.

Il nostro percorso per conquistare il sonno è stato lungo e difficile; certe volte non lo voglio dire che "ce l'abbiamo fatta", per scaramanzia (ve l'avevo detto che quando si tocca l'argomento divento irrazionale); perché temo di ripiombare in quell’INCUBO dell’assenza di sonno.

E voi? Come hanno imparato a dormire i vostri bambini? Ma soprattutto: hanno imparato?

2 commenti:

  1. con me il Bagigio dorme nel suo lettino e alle volte se si sveglia è solo per un brutto sogno e basta una carezza... ho sempre tentato di farlo dormire in camera sua così gli sarebbe riuscito naturale
    invece con suo padre e le nonne ormai ha l'abitudine di dormire nel lettone... e visto che io lavoro anche di notte succede abbastanza spesso

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  2. Bellissimo il tuo blog! mi è piaciuto tanto questo post!
    Saluti da Roma
    Anabella
    Petit Bebe

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