mercoledì 20 novembre 2013

Schema di svezzamento o autosvezzamento?

Immagine gruntzooki
È arrivata l’ora di introdurre nuovi cibi nell’alimentazione di tuo figlio e ti chiedi: sarà il caso di seguire il classico schema di svezzamento o sarà meglio provare con l’autosvezzamento? La discussione in rete è abbastanza accesa; io, però, onestamente credo che questi due approcci allo svezzamento possano anche essere complementari, o almeno, per me è stato così. E soprattutto sono convinta che, qualsiasi strada si scelga di intraprendere, bisogna
consultare sempre e comunque il proprio pediatra di fiducia.
Vi racconto la mia esperienza e, poiché sono in piena fase di svezzamento di Davide, mi farebbe piacere leggere altre opinioni, quindi se vi va di lasciare un commento ne sarò felice.

Non mi piacciono i piatti pronti e, quindi, quando si è trattato di svezzare Ludovica, non capivo perché andare a comprare omogeneizzati che, se ci pensate, altro non sono che piatti pronti.

Non ho niente contro gli omogeneizzati. La legge in materia di controlli degli alimenti destinati alla prima infanzia in Italia è piuttosto severa, quindi credo che si possa stare tranquilli e infatti io lo ero quando al nido Ludovica mangiava le classiche pappe con l’omogeneizzato di carne, anche perché erano preparate con cura. A casa, però, ho deciso di fare da me.

Ne ho parlato con il pediatra e ho optato per uno svezzamento che seguiva lo schema classico nella primissima fase, per poi andare in una direzione molto più simile a quella dell’autosvezzamento. Non ho fatto di testa mia perché credo che l’alimentazione del bambino piccolo sia una faccenda molto seria, da concordare con il proprio pediatra di fiducia. Il pediatra è un medico esperto in salute del bambino, io, per quanto informata sull’argomento, sono solo una mamma con le proprie idee sull’alimentazione. E così sono partita introducendo gli alimenti uno per volta, secondo lo schema che mi aveva consigliato: mela e pera grattugiate, brodo vegetale e passato di verdure, partendo dalle più digeribili, e cioè carota e zucchina; poi, pian piano, tutte le altre; le carni bianche omogeneizzate da me; la pastina. Quando l’alimentazione di Ludovica mi è sembrata abbastanza varia (aveva circa dieci mesi), abbiamo adattato la nostra alimentazione alla sua, preparando un unico pasto per tutti che potesse andare bene anche per lei; e così la bambina ha potuto seguire una dieta più libera e sperimentare nuovi sapori, noi abbiamo avuto l’occasione di riflettere di più su cosa portavamo in tavola e di mangiare in maniera più sana. Ludovica ha sempre gradito il cibo e, adesso che ha quasi 6 anni, gli alimenti che non le piacciono si contano sulle dita di una mano. In fondo, lo scopo reale dello svezzamento è introdurre l'alimentazione al bambino; è la prima educazione alimentare, e dunque con lei posso dire che è stata un successo.

Con Davide siamo solo all’inizio, ma con lui lo svezzamento si sta rivelando più difficoltoso. Al momento mangia molto volentieri la frutta, ma se è frullata non la digerisce, devo omogeneizzarla. Non gradisce il brodo vegetale e, tra le verdure che abbiamo provato, ama solo la zucca; meglio se con un po’ di pastina. La scorsa settimana abbiamo fatto l’inserimento al nido. Ovviamente lì mangerà le classiche pappe con brodo vegetale, passato di verdure e omogeneizzato di carne. A casa cercherò di seguire lo stesso criterio utilizzato con Ludovica. Per il momento Davide assaggia solo; la sua alimentazione è ancora quasi totalmente a base di latte materno. Poi, pian piano, si vedrà.

Voi che esperienze avete in fatto di svezzamento? Che idea avete? Preferite seguire lo schema di svezzamento classico, l’autosvezzamento o una sintesi dei due?


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