venerdì 13 gennaio 2012

Come fare per diventare freelance

Quando dico che sono una freelance, la domanda che mi viene posta più spesso è “ma come si fa a diventare freelance?” Ecco secondo me come si può fare per diventare freelance in quattro (tutt'altro che semplici) passi. 

  1. Informarsi sulle questioni amministrative e fiscali. Credo che sia proprio questo il primo passo da compiere, andando a fare quattro chiacchiere con un commercialista. Chiunque lavori deve pagare le tasse e un potenziale freelance non può non essere a conoscenza dei propri obblighi fiscali. Personalmente, ho aperto la partita iva nel 2005, prima ancora di diventare freelance, quando, cioè, lavoravo in azienda ma avevo deciso di mettermi in proprio e cominciavo a cercare i primi clienti. All’inizio, però, quando il volume d’affari è bassissimo, si può anche lavorare con la ritenuta d’acconto, cioè con la formula della collaborazione occasionale.
  2. Dotarsi di una postazione di lavoro adeguatamente attrezzata. Ovviamente, l’attrezzatura necessaria dipende dal tipo specifico di attività. Per esempio io, che mi occupo soprattutto di traduzioni, ho due PC, uno portatile e uno fisso, un’unità esterna su cui faccio il backup della mia cartella LAVORO tutte le sere, un modem (+ uno di riserva, dato che ne fulmino circa uno l’anno e sempre quando devo consegnare un lavoro nei successivi 10 minuti), una chiavetta (perché a volte capita che ci siano problemi di accesso alla rete, sempre quando devo consegnare un lavoro entro i successivi dieci minuti), telefono, fax, scanner e stampante. E poi ovviamente i software che mi servono e alcuni libri che reputo fondamentali per la mia professione: per esempio il manuale di stile e un ottimo dizionario di italiano.
  3. Darsi un orario di lavoro e rispettarlo. A questo punto bisogna diventare operativi, come? Dandosi un orario di lavoro; sì: anche se non c’è nemmeno una piccola commessa. Perché ci sono tante cose che un freelance deve fare: organizzare la propria campagna di marketing, aggiornarsi e quindi studiare, guardasi in giro (che spesso vuol dire guardare in rete), prendere tutte le informazioni possibili, prendere contatto con i potenziali clienti. Nel tuo orario di lavoro tu freelance sei in ufficio, anche se l’ufficio - come nel mio caso - è una zona “riservata” del salotto. Niente e nessuno dovrà disturbati; sia che tu stia lavorando a un progetto per un cliente, sia che tu stia cercando di capire come attrarli i clienti. Mio marito mi prende molto in giro per la frase “sono in ufficio”, che gli ripeto spesso, come avevo scritto nel mio post mamma e freelance: è difficile ma si può; ma la frase funziona e questo è l’importante.
  4. Darsi obiettivi raggiungibili e stabilire il proprio onorario. Darsi obiettivi raggiungibili è secondo me la cosa più complicata perché implica una conoscenza molto approfondita non solo del mercato in cui si intende entrare, ma anche di se stessi (cosa tutt’altro che scontata). Stabilire il proprio onorario è un’altra attività difficile, soprattutto in un periodo storico come questo in cui, in certi settori, ci si aspetta che la gente lavori gratis. Personalmente penso che lavorare gratis non sia mai una buona idea, nemmeno all’inizio. O meglio, si può decidere di fare un regalo a qualcuno che ci piace particolarmente, ma quello è appunto un regalo, non una regola. Quando si stabilisce un prezzo per un progetto o per una collaborazione bisogna valutare bene, evitando di svendere se stessi e il proprio tempo. Certo non bisogna nemmeno sopravalutare le proprie competenze, ma trovo che questo accada più raramente; ultimamente la tendenza è purtroppo la svalutazione, in termini economici e non solo, del lavoro e della professionalità. Dobbiamo però ricordare sempre che il mercato lo facciamo anche noi freelance e che ogni volta che prepariamo un preventivo, che accettiamo o rifiutiamo le condizioni economiche proposte da un committente, stiamo dando il nostro contributo, in positivo o in negativo.

E voi che ne pensate? Mi piacerebbe leggere le opinioni di qualche collega freelance o aspirante tale.

5 commenti:

  1. Aggiungerei solo di stabilire minimo un giorno alla settimana di meritato riposo. Vi

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  2. Vi: hai ragione. Io, comunque, il giorno alla settimana di meritato riposo l'ho stabilito, è il sabato, anche se poi finisco per dedicarlo a tutt'altro ...
    Mammasuperabile: è vero, sono poco presente ultimamente. Sto lavorando troppo, uff...

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  3. Concordo con tutto. Io ho aperto solo da 1 anno, mi è cambiata la vita, radicalmente, in positivo. L'autonomia però ti porta a non mollare mai, specie col pensiero, ed è anche l'aspetto stimolante, nel bene e nel male. Io mi impongo di stare lontana dalla scrivania (anche io ho ricavato il mio "ufficio" in soggiorno) quando vado a prendere le bimbe a scuola e finchè non vanno a dormire (salvo eventi particolari).
    Il problema è che sono costretta a rimettermi al lavoro alla sera... però le soddisfazioni sono tantissime ;)

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    1. La tua giornata è organizzata praticamente come la mia. Anche io cerco di stare lontana dal computer dal momento in cui la mia bambina torna a casa e quello in cui poi va a dormire. E poi... poi riaccendo il piccì. Sono due settimane che vado a letto tardissimo. Ma non è sempre così, ci sono anche i periodi con meno lavoro ...

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