martedì 26 ottobre 2010

Huggies Pull-Ups e la fase dello spannolinamento


  • Ciao apprendista mamma, ti andrebbe di scrivere un pezzo per Huggies?
  • Per Huggies? Scherzi? Io ho comprato una quantità di pannolini Huggies da guinness dei primati, e credo di aver usato più o meno tutti i tipi: Unistar, Super Dry, Natural Fit, Little Swimmers … e infine Pull-Ups.
  • Hai usato pure i Pull-Ups?
  • Sì: nella fase dello spannolinamento.
  • Ci racconteresti come è andata?
  • Volentieri.

Per noi la fase dello spannolinamento è stata rapida e indolore. Con qualche piccolo incidente di percorso, ma nemmeno tanti, per la verità. A maggio, avevamo notato che la bambina cominciava a provare un certo interesse per le mutandine e per il vasino e, soprattutto, le educatrici del nido avevano notato che il suo pannolino, all’ora del cambio, era sempre asciutto, segno che cominciava a trattenerla. Mi hanno quindi detto: - perché non le mette quei pannolini che si tirano su e giù come una mutandina? Così cominciamo a portarla in bagno più spesso e vediamo come reagisce. È stato allora che ho provato i Pull-Ups.
I Pull-Ups, per chi non lo sapesse, sono mutandine-pannolino più sottili di quelle tradizionali, hanno un pratico sistema “apri e chiudi” laterale, e sono coloratissimi: su quelli per le bambine ci sono le Principesse Disney e su quelli per i bambini disegni tratti da “Cars”. Sono disponibili in tre taglie: 9-15 kg, 14-18 kg, 17+ kg; sono dunque generalmente indicati tra i 18 e i 36 mesi.
Ma tornando a noi e allo spannolinamento. Dopo aver elaborato la strategia con le educatrici del nido, che mi hanno aiutata moltissimo in questa delicata fase, di giorno le mettevo i pannolini-mutandina (mentre di notte ho continuato con quelli normali) e, sia a casa, sia al nido, la portavamo in bagno abbastanza spesso, ma senza esagerare, per non stressarla. Più o meno ogni due/tre ore. La popò ha cominciato a farla sin da subito nel vasino; per la pipì c’è voluto un pochino di più, circa un mese. La cosa veramente carina dei Pull-Ups è che i disegni presenti sull’esterno della mutandina scompaiono quando il bimbo si bagna e quindi, con Ludovica, avevamo inventato un gioco: quando la portavo in bagno le dicevo: vediamo vediamo se i disegni ci sono ancora tutti o se sono scomparsi. In questo modo aveva imparato che, per non far sparire i disegni dal pannolino-mutandina, non doveva farci dentro la pipì.
Dopo circa un mese dall’”educazione al vasino”, un giorno, in maniera del tutto spontanea, ha sentenziato, come avevo raccontato in questo post di giugno, che il pannolino non lo voleva più, nemmeno di notte. Da quel momento, a parte le primissime notti, e durante un lungo viaggio che abbiamo fatto a luglio, non abbiamo messo più per davvero, né Pippo (come chiamavano confidenzialmente il pannolino), né le mutandine dei piccoli (come lei chiamava i Pull-Ups). Certo, i primi giorni era molto nervosa e non voleva separarsi dal suo vasino, e poi, anche in seguito, qualche incidente c’è stato, qualche pipì è scappata, ma tutto sommato posso dire che la fase dello spannolinamento, per noi, non è stata affatto complicata. Siamo state fortunate.
So, però, che non sempre è così semplice, soprattutto quando i bimbi sono un po' più pigri. Mi piacerebbe quindi sapere come è andata per voi. Qualcuna ha voglia di raccontarmi la propria esperienza, riuscita o ancora “in progress”, di spannolinamento?

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giovedì 14 ottobre 2010

Il nonno che non c’è: spiegare l’assenza a una duenne

Sfogliando un album di famiglia...- Mamma, chi è questo signore con i baffi?
- (Sapevo che sarebbe arrivato questo momento ...) Tesoro, questo signore è nonno Rocco.
- È nuovo?
- No, amore, non è nuovo. Nonno Rocco è il mio papà, non l’hai mai visto perché è andato via tanto tempo prima che tu nascessi.
- E dove è andato?
- (Bella domanda, lo vorrei sapere anch’io dove si va) In cielo, credo ...
- Allora ha le ali?
- Sì: penso che le abbia
- E i piedi? Ce li ha i piedi?
- Sì: i piedi ce li ha
- E quando torna?
- Amore, purtroppo non torna più... Quando le persone vanno in quel posto in cui è andato nonno Rocco non si torna più ...

Fa il faccino pensieroso e poi, dopo qualche secondo di silenzio, esclama- Mamma, quando viene il mio papà lo abbraccio forte forte

Ecco, io lo so che non sono stata all’altezza della situazione e che non sono stata brava a spiegarle una cosa che, per la verità, non ho ancora spiegato bene nemmeno a me stessa. Lei, però, ha capito lo stesso. E ha capito benissimo.

Certo che i bambini sono sorprendenti...

martedì 12 ottobre 2010

La torta del recupero

Vi è mai capitato di fare la torta del recupero? Quella torta, cioè, che recupera tutti gli avanzi e li trasforma in un dolce? A me spesso. L'ultima che ho fatto, però, è venuta particolarmente bene e quindi ho voglia di condividerla.

Sabato scorso avevo preparato due torte da portare a casa di mia suocera per il pranzo di domenica e mi erano rimasti un po' di ingredienti. Ho pensato di mescolarli tutti e di tirarci fuori un dolce per la prima colazione.
Eccolo.

Ingredienti
4 uova intere
300 grammi di farina
100 grammi di zucchero
100 grammi di cioccolato fondente
50 grammi di burro
Amaretti sbriciolati finissimamente (i miei saranno stati 50 grammi circa)
1 bustina di lievito

Procedimento
Fondere a bagnomaria il burro con il cioccolato.
Nel frattempo mescolare per bene tutti gli altri ingredienti con lo sbattitore. Aggiungere il composto di cioccolato e burro fuso, e infine il lievito.

Cuocere a 180 gradi per 30 minuti circa.

Ah! dimenticavo: questo quantitativo va bene per una teglia rotonda da 26-28 cm di diametro.

E voi? Avete qualche ricetta di “torta del recupero” da condividere?

lunedì 11 ottobre 2010

Intervista e prova prodotto

Qualche giorno fa sono stata contattata per un’intervista e per una prova prodotto. Il prodotto? Caramelle! Da quando ho aperto questo blog, non è la prima volta che qualcuno cerca di coinvolgermi, in qualche modo, in una campagna di marketing. È però la prima volta che accetto.
Ho accettato l’intervista perché mi è stata proposta bussando con molta educazione alla mia casella di posta elettronica e perché mi sono divertita a rispondere. Non ho resistito alla prova prodotto perché sono una golosa e poi perché -diciamola tutta - sono stati fortunati a beccare una come me che, a causa dei suoi noti e improvvisi cali di zucchero, non gira mai senza un pacchetto di caramelle nella borsa.
Venerdì mattina, poi, è arrivato il prodotto da provare. È stato un bel momento. 6 profumatissimi e coloratissimi pacchetti rinchiusi in un sacco di juta. Sulla confezione c'era scritto, a mano, con un pennarello nero: “maneggiare con naturalezza”. Il ragazzo del DHL, che mi conosce perché viene qua più o meno una volta a settimana a portarmi i libri che ordino on line, sorridendo sotto i baffi mi ha detto:
- Signora, mi deve spiegare che vuole dire "maneggiare con naturalezza". Ci ho provato, ma ... non credo di esserci riuscito.
Ho molto riso.
Ho trovato simpatico il modo in cui mi sono state proposte queste caramelle, innanzitutto perché è bello quando un’azienda viene a trovarti a casa, scrive a mano un messaggio sulla confezione (che fa molto confidenziale) e si rivolge a te, mamma e adulta, e non a tua figlia di due anni. L’ho trovato simpatico anche se la mia idea di naturalezza è un po’ diversa da quella proposta dall’azienda in questione.
Mi ha fatto piacere essere coinvolta e dopo aver provato il prodotto, vale a dire le caramelle, sono stata ancora più contenta di avere accettato. Sono una che legge le etichette – sempre - e considerato che si tratta di una caramella, e quindi di un dolciume confezionato, devo dire che l'etichetta parlava di qualità. E poi la campagna di marketing, a mio parere è condotta veramente bene, perché oltre a promuovere, informa. E a me piace essere informata su ciò che consumo. Un esempio? esiste un sito promozionale, e con mia piacevolissima sorpresa vi ho trovato un glossario in cui sono illustrati tutti gli ingredienti delle mie caramelle. Sì: perché sono già diventate le mie caramelle preferite (anche se, non me ne vogliano i produttori, per il momento le mangio solo io: mia figlia, per come la penso, è ancora troppo piccola per questo genere di dolciumi).

E adesso eccovi l'intervista, perché credo offra qualche interessante spunto di riflessione.

1 - Qual è il momento più gustoso nella tua giornata tipo?
Quello in cui ho appena messo a letto la bimba e posso sorseggiare un bicchiere di buon vino o mangiare un gelato, comodamente seduta sul divano con mio marito, e ascoltando un bel CD di Vinicio Capossela.

2 - Cosa significa per te avere uno stile di vita naturale?
Non credo di avere uno stile di vita molto naturale. Penso che nella società occidentale vivere in maniera "naturale" sia pressoché impossibile. È una favola che ci raccontano i bravi organizzatori di campagne di marketing e io non ho mai creduto molto nelle favole. In ogni caso "naturale" non è sinonimo di "salutare", anche se spesso si fa confusione tra questi due termini.

3. L'Europa ha reso obbligatorio l'avviso sulle etichette dei prodotti con coloranti non naturali (E 102, E104, E 110, E 122, E124,E129 e il conservante E 211) che indica la loro influenza negativa sull'attenzione dei bambini. Pensi che si stia facendo abbastanza per tutelare la salute dei più piccoli?
Assolutamente no. I bambini sono costantemente bombardati da una pubblicità che da un lato li invita a mangiare gli alimenti più insani e dall'altra gli propone modelli belli, magri e in salute. I messaggi che ricevono sono contrastanti; è come se si dicesse loro: devi essere bello, magro e scattante, ma puoi mangiare merendine piene di grassi, bere bibite gassate e rimpilzarti di zuccheri. Certo rendere obbligatorio l'avviso che i coloranti artificiali influiscono negativamente sull'attenzione è un passo avanti nella tutela della salute dei più piccoli, ma non è tutto. Il deficit di attenzione non è l'unico problema a cui vanno incontro i bambini che mangiano "schifezze". Ieri mia figlia di due anni e mezzo mi ha chiesto la merenda con le macchie. Hai presente qual è? Eravamo al supermercato ed è riuscita a trovarla. La pubblicità colpisce i propri obiettivi già a questa età. Il mio lavoro di redattrice scientifica mi porta a confrontarmi spesso con questi temi; ultimamente sto partecipando alla realizzazione di un testo che parla di obesità infantile e, studiando l'argomento, mi sono resa conto, una volta di più, di quanto i bambini siano vulnerabili sotto l'aspetto "alimentazione". I coloranti non naturali sono dannosi, è verissimo, ma le merende e i dolciumi che hanno come target i bambini e le loro mamme (quelle cioè che fanno la spesa) contengono un sacco di altri ingredienti tutt'altro che salutari.

4 - La fretta è nemica del gusto e del piacere. Nelle tue giornate riesci a ritagliarti del tempo per assaporare le cose con lentezza?
Ci provo ma no, non posso dire di riuscirci. Qualche volta ... forse...

E voi? Care colleghe mamme blogger, siete mai state coinvolte in una prova prodotto? Come è andata?

venerdì 8 ottobre 2010

Dislessia evolutiva: intervista alla psicologa

Vorrei segnalare questa intervista che ho fatto a una mia carissima amica, docente di Psicopatologia dello Sviluppo, presso l'Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo".

Il tema è la dislessia evolutiva: quali sono i primi sintomi, quando si manifesta, come si gestisce ...

Quanto detto dalla psicologa mi sembra interessante e spero possa essere utile a qualche genitore...

martedì 5 ottobre 2010

La merenda che fa mou: quando la pubblicità parla ai bambini


- Mamma, me la compri la merenda con le macchie?
- Ehhhhhh?
- Sì: mamma, quella che fa mou...
- E dove l’hai vista?
- In televisione ...

Due ore dopo, figlia professionista, all’ipermercato, dalla sua postazione (seduta nell’apposito spazio all’interno del carrello), avvistava la tanto agognata merenda con le macchie e, indicandola, urlava:
- Mammaaaaaaaa...... quellaaaaaaaaa..... con le macchieeeeeeee
E io, sotto l'effetto dello stupore (ammazza che vista!), e anche un po' per evitare le urla, acquistavo un prodotto che mai avrei pensato di poter comprare.

Avete capito quanto influenzano i nostri acquisti quei “simpatici” spot che vanno in onda tra un cartone animato e l’altro?
La pubblicità si rivolge sempre più direttamente ai bambini, esercitando un potere incredibile. Non faccio fatica ad ammettere che sono una di quelle mamme che per merenda propone sempre frutta fresca, latte o torte fatte in casa (quando ho tempo). Insomma, una delle cosiddette “fissate” che le merende pronte, nemmeno le considera alimenti. Non faccio, però, fatica ad ammettere nemmeno che certe volte le richieste di figlia professionista (indotte da una serie di cause, tra cui gli spot) sono talmente insistenti che alla fine cedo. E tutte le volte mi arrabbio con me stessa...
Io lo sapevo che prima o poi avrei avuto questo “problema”, ma non pensavo che già a due anni e mezzo mia figlia avrebbe potuto influenzare la mia spesa...

E voi? Che ne pensate?