giovedì 3 marzo 2011

Biancaneve che voleva essere una città

Ore 7.30, apprendista mamma e figlia professionista stanno facendo colazione (ma perché ogni tanto parlo di me stessa in terza persona? Mah…)

- Tesoro, sai che oggi c’è il veglioncino dei bambini e potrai andarci vestita da Biancaneve?
- Sì: mamma, ma io mi voglio vestire da città
- In che senso da città?
- Sì: con tutte le case.
Accidenti che delirio di onnipotenza.
- Non ti piace più il vestito di Biancaneve? Non era la tua principessa preferita?
- Sì, però da città è più bello.
Aridaglie
- Facciamo così, oggi ti travesti da Biancaneve, che è un travestimento bellissimo. E poi era della zia il vestito. Sai che la zia quando aveva tre anni come te ha usato proprio il vestito che indosserai oggi tu?
- Sì, lo so.
- Va bene allora il vestito da Biancaneve? Ti piace?
- Sì è bellisssssimo.


Meno male, crisi risolta. Ora io però vorrei sapere come le è venuta in mentre quest’idee balzana di travestirsi “da città”. Ma l’avete mai sentita una (o anche uno) che si vuole travestire da città? E tra l’altro – dettaglio non trascurabile – come si fa a travestirsi da città? Capisco un gruppo: uno fa il grattacielo, uno il municipio e l’altro la villa comunale, ma un bambino singolo come fa? Me lo chiedo nel caso in cui la richiesta diventasse insistente …

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Il capriccio creativo
Giovedì grasso
Festa in maschera

2 commenti:

  1. Abito bianco, lungo tutto disegnato a casette.
    E' l'unica cosa che mi viene in mente :-O

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  2. rocciajubba sei un genio. non ci avrei mai pensato. sai che è proprio un'ottima idea? per quest'anno, ormai, non si fa più in tempo, ma per il prossimo... ci potrei proprio pensare...

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